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Approfondire e condividere
C’eravamo anche noi ……. download articolo By Chicca
al laboratorio di formazione sulle Banche del Tempo (BdT) del 25 e 26 novembre us. Laboratorio che aveva come titolo: ‘Liberiamo il Tempo migliorando e radicando le BdT’ Nelle settimane scorse, leggendo la locandina-invito del convegno, io e Anna Finelli abbiamo intravisto in questa occasione l’opportunità che veniva offerto a tutti, soci e non soci, di approfondire il ‘gioco’ delle relazioni che si propongono e si intrecciano nelle BdT. Relazioni che stanno alla base e che costituiscono la modalità tipica dello scambio tra i soci. Relazioni che, insieme ai compiti che la BdT si prefigge, ne costituiscono l’ossatura e ne garantiscono il buon funzionamento rispetto ai suoi stessi obiettivi. Tenere l’attenzione su questi due parametri all’interno dell’associazione tocca come impegno responsabile a tutti i soci, così che su tutti possono ricadere i benefici e la BdT possa raggiungere i suoi obiettivi. Ma questa è già una cosa che abbiamo approfondito e su cui abbiamo ragionato all’interno delle esperienze fatte in queste due giornate. Per cui non devo correre raccontando troppo presto….. La partecipazione a queste giornate, come spesso accade, non ci ha deluse: stimoli, incontri, auto-lettura, riflessioni non sono mancati, in questo incontro tra ‘amici’ che condividono idee e desiderano migliorare il percorso con l’intento di radicare la BdT nel territorio e prima ancora, nella testa e nella consapevolezza delle persone che si associano. Le giornate hanno visto l’intervento di tre professioniste: Mercedes Mas, formatrice, Marialena Tamino, psicologa e Anna Tempia sociologa, con il coordinamento del direttivo della BdT di Milano e provincia nelle persone di Grazia Pratella e Laura Di Silvestro. Alcune delle proposte che sono state articolate dai docenti per le riflessioni si sono mosse sulle problematiche riferite alla RELAZIONE, come il conflitto e le inevitabili reazioni personali, e i VALORI cioè l’obiettivo/scopo identitario dell’associazione che deve essere sempre garantito. Altre proposte sono state riferite all’acquisizione di dati e informazioni sulle leggi, sulla necessità di costruire e valorizzare le RETI territoriali esistenti, con ricerche e ragionamenti sulle strategie utili e necessarie per entrare in questa rete; così come è stato importante riflettere sul tema della visibilità, del riconoscimento, della partecipazione e condivisione nell’azione. Sintetizzare le due giornate non è facile né semplice. Soprattutto perché in un percorso di formazione si mettono in gioco due soggetti: chi relaziona cose/idee/dati, e chi accoglie ed elabora le riflessioni su di sé attraverso la partecipazione attiva e personale alle proposte. Inoltre, c’è anche un terzo soggetto che è lo scopo/obiettivo dell’associazione. Il conflitto rompe le relazioni?
Su questa domanda è partita l’attività che ha coinvolto il gruppo.
Visto che la relazione si gioca tra un Tu e un IO è infatti possibile lo scatenarsi di conflitti con le conseguenti differenti modalità di reazioni determinate dal patrimonio culturale e formativo di ciascuno. Si è potuto così verificare che il pensiero personale esiste come forma identitaria, ma può essere modificato nella relazione, con l’ascolto di posizioni e punti di vista differenti, analizzando insieme il ‘problema’. E’ stato interessante e chiarificatore sentire le ragioni e analizzare le motivazioni personali dei partecipanti che nell’attività proposta hanno constatato la possibilità di una diversa risposta nella reazione. Risposta che si è rivelata sicuramente più positiva, e comunque più attiva. Apportando una nuova scelta, un nuovo punto di vista riconosciuto e accettato. E, devo aggiungere, con sorpresa e curiosità da parte di tutti. Occorre quindi tenere sempre presente che in una associazione, la relazione tra le persone deve rispondere ad un criterio FUNZIONALE, deve cioè dare vantaggi a difesa dell’identità dell’associazione stessa. Identità che ovviamente deve essere CHIARA e CONDIVISA da tutti. Nell’attività di gruppo, si è agito e parlato molto e ascoltato altrettanto, riflettendo sul come siamo, sul come essere e sul come stare per attivare positivamente la relazione con gli altri. La descrizione/presentazione che ciascuno ha fatto di sé, le proprie scelte di comportamento come reazione al conflitto, il cambiamento di pensiero rispetto all’atteggiamento iniziale sono state visibili a tutti.
Con l’ausilio poi dello schema della FINESTRA di YOHARRY (strumento usato in analisi psicologiche) abbiamo potuto ragionare su cosa sappiamo e vogliamo comunicare di noi, ma anche sul fatto che ci sono cose di noi che non sappiamo e/o non vogliamo comunicare di noi stessi, e lo stesso vale per gli altri. Incredibile come siamo fatti. E tenere presente come la relazione si gioca su questi comportamenti. Fondamentale quindi capire il nostro funzionamento in una associazione che mette le relazione alla base del suo essere. L’altro importante momento secondo me, è stato il lavoro di gruppo che ha voluto individuare e definire i VALORI FONDANTI che stanno dentro alla BdT
Questi valori sopraesposti sono stati condivisi da tutto il gruppo attraverso una interessante e proficua discussione. Molti altri se ne potrebbero aggiungere ma probabilmente possono sintetizzare in questi che, a mio parere rispecchiano anche i valori di una società civile. A me piacerebbe che di questi valori si discutesse anche nella nostra sede, tra soci, per analizzarli, valutarli, condividerli unicamente a vantaggio dell’essere BdT. Negli incontri poi si è parlato della necessità di raccogliere dati sul territorio per capire meglio come la BdT deve esistere, come deve stare nella realtà sociale e istituzionale, quale riferimento può diventare per le istituzione locali e per le altre associazioni, in quanto viene da queste riconosciuta come RISORSA. E’ interessante sapere che le BdT hanno riferimenti istituzionali già a partire da leggi come la n. 53 del 2000 con i diversi articoli 1, 22, 27, e la Legge Regionale 28, art. 4 su ’tempi e orari’. Leggi che favoriscono azioni che i Comuni possono mettere in atto a favore della BdT del suo territorio. Quindi è importante mettere a fuoco tre aspetti:
Insomma diventa chiaro che la BdT è una risorsa perché ATTIVA altre RISORSE. La partecipazione a questo incontro di formazione ci ha confermato questa idea: essere BdT oggi è una necessità e un valore non solo per le persone ma anche per il contesto in cui essa vive, sapendo di poter diventare per il territorio sociale e civico una opportunità che può far crescere. E non mi sembra poco.
Enrica Cremonesi socia BdT di Inzago MI
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